La ciligia bianca
L’albero di ciliegia bianca un tempo non poteva mancare in ogni “luche” dove faceva bella mostra di sé; tutti dovevano possederlo per la particolarità e la bontà del suo frutto. Oggi è pressoché scomparso con l’abbandono dei terreni montani, aumentando la schiera dei cosiddetti “frutti dimenticati”. Io ho avuto la fortuna di ritrovarlo in Contrada Montesacro a Rignano Garganico.
Pasta e fave tenere
Le fave, nei secoli, hanno sfamato intere popolazioni ed hanno rappresentato un rimedio efficace durante le carestie. Utilizzate in tantissime ricette, da tenerissime fino a quando diventano secche.
Cichorium inthibus: la cicoria
La cicoria è tra le erbe più conosciute ed utilizzate fin dall’antichità. Molte delle verdure, i vari radicchi e catalogne, presenti oggi sui mercati derivano dalla sua coltivazione. Nelle comunità rurali, i contadini ne facevano un ottimo companatico.
Zuppa di ceci e faglioli
Durante l'inverno, in casa non mancava mai il braciere, e nel braciere quasi quotidianamente bolliva la "pignatedde" con i legumi. Il pane raffermo a tocchetti, ceci e fagioli e la famiglia si riuniva a tavola intorno ad uno dei tanti pancotti della cucina popolare.
Le mandorle tenere
Da ragazzi entravamo di nascosto nei “luche” e ne mangiavamo tante da farci venire il mal di pancia. Poi, scoperti, scappavamo facendoci beffa del padrone che non riusciva mai a raggiungerci.
Lactuga viminea: la cicoria di pietra
Prende il nome proprio dal fatto che cresce fra le pietre, e con le radici le spacca; ma è, forse, la più buona fra le erbe spontanee commestibili. Non molto comune, raccoglietela con moderazione per garantirne la rispoduzione ed essetre sicuri di ritrovarla.