Dopo l’armistizio dell’8 settembre del 1943 e lo sbarco degli anglo - americani in Sicilia, i tedeschi si ritirano man mano dal Sud Italia per rafforzare la cosiddetta linea gotica.
Buttacchio Salvatore nasce a Rignano Garganico il 18.2.1917 da Angelo Francesco, detto Francesco, e da Rosa Del Vecchio, di colorito roseo, capelli castani, torace cm 92 e statura 1,75 cm, considerata per quei tempi pari a un vero e proprio gigante, tenuto conto che la media si attestava appena sul metro e cinquanta, più o meno quella del re Vittorio Emanuele III. Di professione contadino, lasciato in congedo illimitato nel 1937.
La storia dei militari rignanesi impegnati nella II Guerra Mondiale, specie sul fronte Egeo (Greco-Albanese) sta suscitando un insolito interesse a Rignano Garganico. E questo non tanto nella ristretta cerchia degli studiosi della materia, quanto nelle famiglie dei sopravvissuti e dei caduti in guerra o di quelli che risultano ancora dispersi. Gli uni sono mossi da motivi di approfondimento di un tema ancora troppo trascurato e ignorato dalla storiografia ufficiale, gli altri sono sospinti dal ricordo e dai rinati sentimenti.
Giovanni D'Angelo è un giovane figlio di Rignano Garganico sterminato dai nazisti durante la II Guerra Mondiale. Oggi i suoi resti riposano in una fossa comune presso il famigerato Lager Friedhof di Dachau (Germania bavarese) giace ignoto anche il corpo di un intraprendente e coraggioso soldato rignanese. La stessa persona che, prima della guerra molti dei suoi coetanei, specie di sesso femminile, ricordavano o descrivevano di “bell'aspetto e rubacuori”.
Gabriele Paglia nasce a Rignano Garganico il 5/01/1915 da Matteo e Maria Luisa Urbano. Dopo il conseguimento della Licenza Elementare, conquistata con corso regolare, cosa piuttosto difficile per quei tempi di pressoché generale analfabetismo, segue in padre in servizio come guardia giurata presso la masseria Palombara dei De Maio. Amena località, quest’ultima, composta da olivi secolari e frutteti di prima scelta, per la cui salvaguardia dall’esproprio dell’Ente Riforma, Don Raffaele, avrebbe sacrificato qualsiasi cosa di maggiore valore venale.