Le fave, nei secoli, hanno sfamato intere popolazioni ed hanno rappresentato un rimedio efficace durante le carestie. Utilizzate in tantissime ricette, da tenerissime fino a quando diventano secche.
Ingredienti
1 kg di fave tenere in guscio, 300 g di pasta formato medio-piccolo, un cipollotto, un ciuffetto di prezzemolo, 4 cucchiai di olio di oliva, acqua e sale qb.
Preparazione
- Sgusciate le fave e risciacquatele;
- Sciacquate anche il cipollotto ed il prezzemolo e fateli a pezzi;
- In una pentola scaldate l’olio di oliva insieme al cipollotto ed al prezzemolo;
- Metteteci le fave sgusciate e, a fuoco lento, lasciatele cuocere per circa 10 minuti;
- Aggiungete acqua quanto basta e completate la cottura;
- A fine cottura aggiustate di sale;
- A parte cucinate la pasta in abbondante acqua salata;
- Scolatela al dente ed unitela alle fave;
- Impiattate e … buon appetito!!!
Note
Piatto semplice tipico della primavera, sempre ottimo nei diversi gradi di maturazione delle fave. Le fave erano uno dei legumi più apprezzati perché si prestavano ad essere utilizzate in moltissimi modi: si mangiavano ancora tenere con il solo pane ed il formaggio, con la pasta, con le verdure in un tipico pancotto; una volta indurite si preparavano “arricciate”, mondate del guscio e preparate con la pasta o con i “cicorioni”, e d’inverno si abbrustolivano sulla brace. Secondo le credenze dei Greci le fave raffiguravano il regno dei morti: il baccello rappresentava la porta dell’Ade ed attraverso il fusto cavo della pianta le anime dei defunti scivolavano negli inferi. Inoltre la macchia nera, impura sul fiore candido, rappresentava proprio la morte. Per gli arabi, invece, la fava rappresentavano la fecondità; immersa nell’acqua si gonfiava evocando simbolicamente la gravidanza.