I primordi del socialismo rignanese risalgono agli inizi del ‘900, sotto forma di lega. Il primo capo-lega dei contadini-braccianti è Domenico Fania, mentre nell’assise comunale nei banchi dell’opposizione siedono: Venanzio Ponziano (sarà sindaco nel 1919, per un solo anno), Giovanni Gentile, Pasquale Montesano ed altri.
Altresì si apprende che, a seguito della sommossa del 10 e 11 marzo 1904 contro gli esosi canoni demaniali (arretrati), sono denunziati e processati una cinquantina di manifestanti. Tra gli altri vi sono Erminio Del Priore, Giovanni Iannacci, Saverio Martelli e Giovanni Muscarella.
Tra i più accessi c’è anche Matteo Gianfelice. Tutti difesi in tribunale dall’avvocato Ernesto Mandes di San Severo. Lo scoppio della predetta rivolta richiama in paese per sedare gli animi soldati e ufficiali. Gli stessi sono alloggiati a spese del Comune, presso abitazioni di fortuna.
Ecco lo stralcio di un’apposita delibera del Regio Commissario De Maselli, assunta il 4 aprile 1904, risolta con i seguenti contratti:
- 1° con Del Vecchio Giovani fu Michele L. 1,50 al giorno per l’alloggio dei soldati;
- 2° con Sollazzo Matteo (sarà sindaco dal 29 giugno del medesimo anno) L. 3,00 al giorno per l’alloggio di due uffiziali, compreso l’obbligo di fornire l’acqua alla truppa;
- 3° con Caruso Pietro Paolo fu Salvatore L. 1,50 al giorno per l’alloggio del Capitano.
Un pezzo di storia popolare dimenticata.