Molto amata e ricercata per il suo sapore che ricorda gli spinaci, la bietola è coltivata in molte varietà, ma la più buona rimane pur sempre quella spontanea sia nella varietà a coste verdi che a coste rosse.
La bietola è una delle erbe più conosciute fin dall'antichità. Attualmente è coltivata e presente sui mercati, anche se la più ricercata è la Beta vulgaris, pianta spontanea:
- Nome scientifico: Beta vulgaris;
- Nome comune: Bietola;
- Nome dialettale: ghiete.
Come si presenta
La bietola è una pianta biennale che tende ad essere perenne. Ha grandi foglie a forma di cuore dotate di una lamina di un bel colore verde brillante. Le foglie della rosetta basale sono appressate al suolo, il picciolo, carnoso ed appiattito, è chiamato costa e può variare nel colore dal bianco, al verde, al rosato, a secondo della varietà. I piccoli fiori sono di colore verde o rossastro e sono riuniti in infiorescenze a spiga. La radice è fittonante e nella varietà da zucchero può superare i 30 centimetri.
Dove trovarla
Pianta difficile da ritrovare nella forma selvatica sul Gargano, più facile trovarla nella forma sfuggita alla coltivazione negli incolti di pianura, sugli argini e banchine dei corsi d’acqua, su terreno argilloso. Lungo i litorali è frequente la sub specie “maritima” dai piccioli rossastri.
Utilizzo
Sia le foglie che le coste lessate accompagnano magnificamente la pasta, solitamente corta, condita con un buon sughetto al pomodoro. Molto utilizzata anche soffritta con aglio e pomodoro. Lessata e condita con olio crudo e limone fa da contorno ai piatti di carne. Da molti è utilizzata al posto degli spinaci, preferita a questi perché più dolce. Contiene sali minerali, discrete quantità di ferro e di vitamine A e C.
Curiosità
Dalla Beta vulgaris sono derivate diverse varietà coltivate: a coste verdi, bianche, gialle, rosse, la bietola da coste dalle costolature molto carnose, la barbabietola rossa dalle radici rosse e carnose, la barbabietola da zucchero ed altre. La coltivazione della bietola è antichissima; già i Greci conoscevano la bietola da coste e la bietola rossa. I Romani ne facevano largo uso a giudicare dalle testimonianze di Marziale e Apicio. Infine la Germania prima e la Francia dopo, in epoche più recenti, hanno valorizzato le radici della barbabietola per ricavarne zucchero.