La ricerca storica su Rignano Garganico, a differenza di altri centri abitati del Promontorio, resta ancora lacunosa ed oscura, o meglio, si direbbe al punto di partenza. Tutto ciò non tanto perché "l'archeologia non lo dice e la storiografia tace", come giustamente asserisce lo storico francescano Padre Doroteo Forte, ma soprattutto perché nessun altro, né prima, né dopo questo autore, a parte Antonio Cappelli, si è occupato mai e a fondo di decifrare e di documentare il passato della cittadina, nonostante le vistose ed antiche tracce che pure presenta.
Ci si riferisce all'intero "borgo antico", di chiara conformazione medievale, che è pervenuto fino a noi ben conservato e solido, al palazzo baronale, alla torre omonima, alle sue chiese ed infine agli edifici rurali della sottostante piana. In altre parole al contenuto stesso della ricerca. Pertanto, per raggiungere i propri obiettivi di conoscenza, attraverso l'esame-interpretazione e documentazione fotografica di ciò che resta (portali, iscrizioni di date e di nomi, stemmi, ecc.), occorre l'analisi comparata con gli insediamenti coevi Garganici, con particolare riferimento a quelli di San Giovanni Rotondo ed il confronto con la scarna documentazione scritta.
Con ciò si mira a sensibilizzare la Cittadinanza circa l'importanza di conoscere le origini ed il passato del proprio paese, un passato inteso non solo fisicamente, ma anche culturalmente, in quanto questo si coniuga con il presente, non solo tramite il legame uomo-ambiente, ma soprattutto attraverso la continuità delle caratteristiche creative di cui sono state artefici le passate generazioni.
Inoltre si intende suscitare tra gli stessi intellettuali e studiosi del posto uno stimolo-interesse per spingerli a proseguire il lavoro di ricerca testé compiuto attraverso l'esame di nuovi documenti, la scoperta di ulteriori riferimenti storici e la verifica costante degli stessi e la trattazione di altri aspetti, al fine di connettere i vari pezzi ancora mancanti alla ricostruzione definitiva del cammino svolto da questa umanità. A tal fine internet può agevolare il lavoro di chi se ne volesse occupare in maniera più approfondita.
Di certo si tratta di una impresa difficile e faticosa, che può essere superata soltanto se si metterà nell'impegno un pizzico di sano orgoglio civico, quello stesso che è mancato, purtroppo, ai progenitori e manca tutt'ora, a causa della proverbiale bonomia connaturata al carattere del rignanese medio. Bonomia che ha impedito al popolo di vivere lotte ed episodi significativi della vita sociale, per cui poco si è conservato per iscritto e poco si è tramandato. La stessa bonomia, insomma, che si legge attraverso la testimonianza urbanistica e la tipologia delle costruzioni. Per esempio ci si auspica la nascita di un Piano di recupero del Centro Storico che riporti il paese antico allo splendore di un tempo.