C’è un modo di dire a Rignano Garganico (e non solo) piuttosto conosciuto ed è riferito soprattutto alle giovani donne e agli adolescenti, sia maschi che femmine. Si tratta dei capricci o di desideri non confessati: li stuppele.
Gli adulti dicono di loro, spesso a sfottò: "Ne tè de stuppele ‘ncule!". Tradotto alla lettera: ne ha di vizi o capricci nascosti di dietro. Ora c’è in casa, e non in tutte, una bambola che raffigura bene questo modo di dire.
Serve per conservare nel suo involucro, pezzi di stoffa, vecchi tovaglioli, bustine di plastiche ed altre cianfrusaglie, appunto ‘Li stuppele’, cioè tappi di stoffa. Di solito esse vengono ‘appese’ in cucina per la bisogna, allorché ci serve qualche pezzo del suo ‘prezioso’ carico per la pulizia od altro.